venerdì 11 ottobre 2019

DIVERSITA' E UNITA' DELLA SPECIE UMANA (Antropologia)

Una grande varietà di aspetti, lingue e culture...

Nonostante l'intensità crescente dei contatti tra le popolazioni del pianeta, la varietà che caratterizza l'umanità attuale resta assai grande. Questa varietà si può manifestare a più livelli: 
- sul piano fisico (statura, colore della pelle, degli occhi...);
- sul piano linguistico (almeno cinquemila lingue parlate attualmente nel mondo);
- sul piano culturale (grande varietà di idee e comportamenti);

Alla base di tutta questa varietà abbiamo però un elemento di forte unità. Secondo lo scienziato francese Georges-Louis Leclerc de Buffon (1707-1788) infatti, tutti i gruppi umani fanno parte di un'unica specie.
Nella seconda metà dell'Ottocento gli antropologi dimostrarono che tutti i gruppi umani sono capaci di produrre cultura, mentre nello stesso periodo i linguisti conclusero che le lingue parlate dalle diverse popolazioni del pianeta possiedono strutture interne ugualmente complesse.




L'aspetto fisico e il DNA

Quelle che sembrano essere a prima vista le differenze maggiori tra i diversi soggetti umani, cioè le diversità di aspetto, sono, in realtà, proprio quelle più superficiali. Le ossa di un individuo, se studiate e analizzate, ci potranno rivelare il sesso, l'età le malattie contratte in vita del soggetto, ma non ci potrà mai dire se il soggetto fosse stato un nero o un bianco, se avesse avuto capelli scuri oppure biondi. 
L'unico tipo di analisi che possa dire oggi qualcosa di scientificamente valido sulle differenze tra i gruppi umani è quella che si fonda sull'esame del codice genetico (DNA), e dei suoi componenti di base, i geni.
I geni sono i portatori delle "informazioni" che sono alla base dello sviluppo del nostro organismo e che si trasmettono, pur con delle variazioni significative, da una generazione all'altra.





Le migrazioni dell'Homo sapiens sapiens



Le origini dell'uomo "moderno", ovvero l'Homo sapiens sapiens, non risalgono a un'epoca anteriore ai 50.000-100.000 anni fa.
Fu in quell'arco di tempo che la nostra specie assunse caratteristiche simili a quelle attuali: statura alta, cervello voluminoso, pieno sviluppo delle abilità manuali.
I nostri diretti antenati, originari dell'Africa orientale, dapprima si diffusero in tutto il continente africano, poi si spinsero nel Vicino Oriente, da dove popolarono l'Asia e l'Europa. Dall'Asia sud-orientale raggiunsero la Nuova Guinea e l'Australia (navigazione), mentre la glaciazione di 20.000 anni fa facilitò il passaggio, attraverso lo stretto di Bering, dalla Siberia all'Alaska e da lì alle Americhe.




Distanza e vicinanza genetica

Un'altra conferma che proviene dalle ricerche genetiche è che sul piano genetico due individui ritenuti normalmente appartenenti allo stesso gruppo (due bianchi, due neri...), presentano differenze genetiche statisticamente superiori a quelle analizzabili tra due altri individui scelti a caso.
Perché accade ciò? La ragione è che vi sono alcuni elementi del DNA che sono più antichi degli altri. E che questi elementi si sono sparpagliati in seguito alle migrazioni più antiche.
C'è sempre insomma, la possibilità che ciascuno di noi possa assomigliare, sul piano genetico e non per aspetto, più ad un indigeno della Nuova Guinea che al suo compagno di banco.




Le razze umane quindi non esistono...

Queste scoperte confermano che non è possibile parlare di "razze umane". Gli studiosi hanno d'altra parte già dimostrato che non si può, nel caso degli esseri umani, parlare di razze come nel caso dei cani oppure di cavalli. Nell'uomo infatti non esiste alcun criterio che consenta di individuare delle razze sulla base di criteri scientifici.






Ma perché quindi non esistono razze umane? Semplicemente perché le razze che conosciamo (canine, bovine, equine...) altro non sono che il frutto di una selezione operata dagli esseri umani su certi animali per ottenerne determinati vantaggi: cani più robusti, cavalli più agili...
Ma nella specie umana tutto questo non è accaduto, sebbene l'idea di creare una razza superiore facendo accoppiare individui con determinate caratteristiche sia stata il sogno di molti scienziati nazisti tra il 1930 e il 1945.









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